Berlino, 15/08/2005
Di Berlino si sa di molti posti turistabili (ho letto oggi sul libro delle 101 cose da fare prima di morire che alla 72esima posizione c`e` "Inventare un neologismo che entri nel vocabolario"; io ho iniziato, uno al giorno come le mele, prima o poi i mangiatori di crusca mi noteranno) ma se vi si cala sopra come caccia in volo di Berlino non si capisce una sega o detto in gergo tecnico se ne perde il fascino.
Di Berlino e` la via qualunque, quella che non ti aspetti, il luogo non cosi` tanto conosciuto a lasciare il segno.
Con una mappa in mano piu` o meno dettagliata, tanti pallini che luccicano e gridano "Qui c`e` qualcosa da vedere, qui c`e` qualcosa da vedere" e si cammina alla ricerca del tal pallino o del tal altro e girando gli occhi intorno inizi a notare che qualcosa "non torna", e` una questione di atmosfera per usare un termine amato dai produttori di amaretti; i negozi ad esempio, ogni cento metri trovi un negozio che ha dato una propria versione del famoso orso e cosi` si inizia ad abituarsi all`idea di camminare tra orsi in lutto e orsi transessuali, orsi che pubblicizzano un vestito od un profumo; o le fontane, non una uguale all`altra, non una che non ti faccia pensare che nell`ultima cola che ti sei ingurgitato han fatto confusione con la coca... magari perche` vedi l`acqua verde, ma solo un momento, poi e` blu o magari viola o magari "che ci fa quel coccodrillo nell`acqua?!".
Quando appallottolo il mio chewingum in un fagotto di carta che getto via mi accorgo che un artista ha fatto la stessa cosa solo che e` stato molto piu` maleducato di me: primo perche` il fagotto l`ha fatto enorme, secondo perche` l`ha gettato per terra, proprio nel centro di una piazza, terzo perche` mentre io dentro mi son limitato a metterci un chewingum usato l`artista dentro vi ha messo tutta la propria vita usata (per nota di cronaca probabilmente il senso di quella costruzione la` non ha niente a che vedere con la mia interpretazione, ma questi son solo problemi dell`artista!).
Altrove un altro buontempone si e` divertito a ridurre il pavimento a grossi blocchi disomogenei, ricordi probabilmente di un muro finalmente caduto, ricordo che non si puo` non associare alla grande costruzione raffigurante una catena spezzata (sempre libera interpretazione, le guide continuano ad essere disprezzate tra me e Fabrizio!); di sfondo quella che per me e` l`emblema di questa citta`, la chiesa distrutta di San Guglielmo, distrutta da una bomba ne e` rimasta solo la facciata, l`antico e` stato sostituito con una costruzione dai tratti modernissimi, il nuovo che si impianta nel vecchio... suggestiva metallica protesi.
Everybody knows about many "touristable" places (we found a book concerning the most important 101 things to do before dying, and on the 72nd position there was "invent a new word which may be put in a dictionary"; so Andrea started, finding a new word per day, the same as the apples), but if you are flying over Berlin like in an aircraft, you will loose all the charming view.
It`s the common street, that street you don`t expect at all, the unsual place which strikes you.
In a city map there are a lot of bright spot shouting "Here you may find something to see, here you can". So you start walking that direction, looking for that spot on the map, but turning you sight around you start experiencing something strange, that you didn`t expect before. It`s a matter of atmosphere. For example the shops: every a hundred metres, you find a shop with a typical Berliner bear in front of it. Each one with a different, peculiar look: so you start being accoustomed to the fact that you`re walking among mourning bears and transexual bears, bears which advise you about some kind of nice dress or fine perfume. For example the fountains: all different one from the others, all of them are able to make you think that you drank not a cola in your last glass, but on the contrary some cocaine... perhaps because you see some green water, just for a while, after blue or violet. And finally what about that crocodile in the water?!
When we wrap our chewed chewing-gums in their paper and throw them away in the rubbish bin, we realize that some artist did the same, though he was much less well-mannered than us: first because his wrapping is huge, second because he threw it on the tarmac, just in the middle of a square, and finally because in our wrapping there was only a chewing-gum, while the artist put everything he used in his life (actually the meaning of that sculpture is not this one for sure, but this is only the artist`s problem!).
Somewhere else another guy had fun by putting many disomogeneous parallelepipedal blocks on the ground, rememberings of a broken Wall, which is also evident in the sculpture of a broken chain (always a free interpretation, as we both disappreciate tourist guides!); on the background the symbol of this city, the ruin of the Kaiser Wilhelm Church, ruided by some bombing. Now only the front of this church stands, the ancient building has been replaced by an ultramodern building, the new inside the ancient... like an attractive steel prosthetics.